E nella quarta parte del quarto volume di un libro che si chiama Guerra e pace, del 1869, Lev Nikolàevič Tolstòj parlando di Pëtr Kirillovič Bezuchov, che tutti chiamavano Pierre, e che, come dicevano i medici, era stato colpito da un attacco di febbre biliosa, dice che quantunque i medici lo curassero, gli cavassero sangue e gli facessero inghiottire delle medicine, ciò malgrado, guarì.
- quello di:
- Barabba
- Barabba Edizioni
- Schegge di Liberazione
(e delle altre cose)
“Per quanto gli uomini, raccogliendosi su un breve spazio in parecchie centinaia di migliaia, si sforzassero di snaturare quel tratto di terra su cui s’accalcavano; per quanto avessero ricacciato sotto le pietre la terra, affinché nulla ci crescesse sopra, e rinettassero qualsiasi erba ne spuntasse fuori, e affumicassero tutto di carbone e petrolio, e mozzassero gli alberi, e allontanassero tutte le bestie e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città.”
Lev Tolstoy, Resurrezione, Sansoni editore [traduttore non specificato]
a me piace moltissimo la traduzione di Paolo Nori:
Per quanto gli uomini si sforzassero, radunandosi a centinaia di migliaia in un posto piccolo, deturpando quella terra sulla quale si eran stretti, per quanto soffocassero la terra di pietre perché niente, in lei, nascesse, per quanto estirpassero ogni erba che spuntava, per quanto esalassero fumo di pietra, di carbone e di nafta, per quanto tagliassero alberi e cacciassero tutti gli animali e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città.