Come quella sera che avevamo finito di leggere Lo Hobbit, che per finirlo ci avevamo messo dei mesi, a forza di tre o quattro pagine alla volta, al massimo dieci nelle sere più agitate, coricati nel letto prima di dormire, e quando eravamo arrivati all’ultimo capito, a pagina 406, la terzultima, dove Bilbo e Gandalf sono ritornati a casa e c’è una frase che dice:
E così percorsero il ponte, superarono il mulino sul fiume e si trovarono finalmente davanti alla porta di casa di Bilbo.
il Miny si era tirato su di scatto a sedere sul letto, e mi aveva detto: «Guarda, ho gli occhi bagnati, ma non sono triste.»
E io avevo annuito ed ero andato avanti con le ultime due pagine, e dopo, quando si era addormentato, mi ero alzato dal letto e avevo spento la lampada, ero andato di là in cucina, mi ero versato da bere e avevo un magone e un sorriso che a spiegarli si fa fatica.