Credete alle fate?

C’è molto buio, come quasi tutte le sere, e solo una lucina da lettura col suo braccino pieghevole illumina il libro e il suo intorno di facce e cuscini e coperte tirate su fino alle spalle. Io sto leggendo a voce alta col magone e gli occhi bagnati, perché è lo stesso passo del libro di Peter Pan che legge la mamma di Elliott alla piccola Gertie (Drew Barrymore) in E.T. L’Extraterreste, quindi, insomma, capite il coinvolgimento. E…

«Di secondo in secondo, la luce di Trilly si attenuava, e Peter sapeva che la piccola fata non avrebbe più avuto vita quando la fiamma si fosse spenta.
Felice di quelle lacrime, Trilly sporse le sue piccole dita per sentirle scorrere. Parlò anche, ma la sua voce era ormai così fioca che subito Peter non afferrò quanto diceva. Poi capì. Trilly gli stava dicendo che era certa di guarire se i bambini avessero creduto ancora alle fate.
Peter tese le braccia. Non c’erano più bambini là, ed era notte. Ma si rivolse a tutti quelli che in quel momento stavano sognando l’Isolachenonc’è e che perciò erano più vicini di quanto immaginiate. Bambini e bambine nelle loro camerette e piccoli selvaggi nei cesti appesi agli alberi: tutti furono interpellati da Peter.
— Credete alle fate?
Trilly si alzò a sedere sul letto con una certa vivacità per udire le risposte…

— CREDETE ALLE FATE?
Eh?
Tu ci credi alle fate?»

«No. Io credo solo ai draghi.»

Addio, piccola Trilly.


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