Tipo quando suonano le campane di fianco a casa mia, che dal mio balcone alla cima del campanile ci saranno trenta metri in linea d’aria, forse meno, e sopra al campanile ci sono sempre appollaiati venti o trenta o quaranta piccioni; e quando suonano le campane, che suonano pochissimo perché quelle della chiesa qui di fianco non battono le ore, ma solo le messe, i funerali, i vespri e il mezzogiorno, i piccioni, bum!, scattano in volo tutti insieme come se qualcuno avesse tirato una schioppettata, e con le campane è tutto un frullare d’ali e un tubare concitato; e specie durante la scampanata di mezzogiorno o quella dei vespri, che durano qualche minuto in più delle altre, loro, i venti o trenta o quaranta piccioni, tutti insieme volano in cerchio attorno al campanile e ogni tanto provano ad atterrare per appollaiarsi come prima, ma le campane suonano ancora e loro appoggiano solo le zampine per una frazione di secondo e poi via, rispiccano il volto e frullano e tubano e delle volte mi passano così radenti al balcone che fanno impressione; finché poi le campane smettono e, in silenzio, lo stormo torna ad appollaiarsi sul campanile, e sono tutti così tranquilli, come se non fosse successo niente. Che invidia.
- quello di:
- Barabba
- Barabba Edizioni
- Schegge di Liberazione
(e delle altre cose)