Così l’altra sera sono andato a vedere gli Weezer. Non era stata una mia idea, ma una specie di gita organizzata dai neo quarantenni della combriccola, visto che adesso sembra che compiendo quarant’anni dobbiamo fare per forza un giubileo di cose insieme.
Ma comunque, una cosa che mi ha fatto scoppiare la testa, mentre ero là e loro suonavano, è stata rendermi conto di quante canzoni sapessi a memoria, col testo, gli assoli e tutto, e dire che a casa di dischi degli Weezer ne ho uno solo, quello blu, e nella vita devo averlo ascoltato due o tre volte, quattro al massimo. Eppure sapevo anche quelle nuove, quelle degli anni zero, e le cantavo e le ballavo, cioè le ballavo a modo mio oscillando un po’ le spalle e un po’ la testa, non troppo, che a qualcuno non venisse l’impressione che mi stessi divertendo come un matto.
Non ci avrei scommesso un euro, prima, davvero, e invece è stato un concerto bellissimo. E questa cosa dello stupirsi ancora davanti a della gente che suona è una delle più belle sensazioni a nostra disposizione. No?
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