Il nervoso (che c’è)

Sono diventato molto permissivo rispetto a tanti anni fa, non me ne frega quasi più niente se qualcuno sbaglia un congiuntivo, se scrive qualcosa che grammaticalmente non va mica tanto bene, se sbaglia la punteggiatura, eccetera. Sono anche diventato molto zen quando sento i piuttosto che disgiuntivi o settimana prossima senza l’articolo, che sono due cose che mi mandavano nei matti, una volta. Adesso segno solo sui libri, con una bisciolina a matita sotto la parola, le decadi usate per i decenni e poco altro, e quando sono proprio imbufalito tiro una freccina che esce dal paragrafo e sul margine libero scrivo un bel “NO!”, ma sono cose che tengo per me. Ho scoperto che così si vive meglio.
Però poi quando sono lì che ho appena mandato un messaggio a qualcuno su Whatsapp, che non lo posso neanche modificare, e volevo scrivere tipo “ce n’è” e mi viene scritto magari “c’è ne” perché il correttore automatico del telefono vuole pensare al posto mio, mi vengono di quei nervosi che tiro dei cancheri a voce altissima e la gente si gira e mi guarda male. Poi mi calmo, dico vabbè, faccio finta di niente e vado avanti.
E mi sento sporco tutto il giorno.


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