Da quando si sono inventati il #Dantedì

Tutti gli anni penso che sarebbe proprio bello (ri)cominciare a (ri)leggerlo, così, dall’inizio alla fine, senza note, commenti e spiegazioni. Poi va sempre a finire che non lo faccio.
Ma comunque, anche quest’anno mi torna in mente il mio verso preferito, che si trova nella terza parte, intitolata il Paradiso, di un libro che si chiama Comedìa, o Commedia, conosciuto soprattutto come Divina Commedia, o La Divina Commedia, del milletrecento e qualcosa, e più precisamente è il verso 81 del Canto IX, dove Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri, detto Dante, dice così:

s’io m’intuassi, come tu t’inmii

E anche un po’ più su, ce n’è un altro, il verso 73, che dice:

«Dio vede tutto, e tuo veder s’inluia»

Che sono di quelle cose che, quando le leggo, mi viene sempre da dire: vacca d’un cane.
E lo dico con ammirazione e tale devozione, che è il motivo per cui di Dante cerco di parlare pochissimo, o addirittura di non parlarne mai per stare, come si dice, dalla parte del frumentone.
E bon, tutto qui. A posto così.
Buon #Dantedì.


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