Battista

E in un capitolo intitolato martedì 20 luglio 1943 di un libro che si chiama Io sono la guerra, del 2012, Adelchi Battista dice che subito dopo l’una del mattino, nel settore di Ostia, bombardieri angloamericani si avvicinano a 6000 metri di altezza. Nessuna batteria contraerea è in funzione. Roma sudest è ancora un cumulo di macerie fumanti. Questa volta, però, lasciano cadere solo volantini di propaganda, che riportano per filo e per segno il discorso congiunto di Churchill e Roosevelt del 16 luglio. Stavolta nessuna squadra della milizia si precipiterà a raccoglierli, e nessuno stornello di dileggio solcherà i vicoli di Roma. Mentre la nevicata di carta scende sulla città, alcuni ignoti sovversivi tracciano con la vernice nera un’enorme scritta sul muro che delimita la ferrovia adiacente via Casilina.

MEGLIO L’AMERICANI SULLA CAPOCCIA
CHE MUSSOLINI TRA LI COJONI.


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