Così va la vita (annunciando i temporali)

La settimana scorsa è venuto a mancare uno, qui in città, che era ormai anziano e pieno di acciacchi. Lo potevi incontrare sempre in giro per Carpi, di giorno e di sera, quando lui faceva il suo giro lungo tutto il perimetro delle mura cittadine, o anche più in là delle volte, fino in via Manzoni. Ogni tanto si fermava in un bar a fumare una sigaretta, quando non tirava una boccata la teneva sempre accesa stretta tra il pollice e l’indice, con la brace all’interno dell’incavo della mano come a non voler disturbare nessuno. Ogni tanto beveva un birrino, poi si alzava e s’incamminava verso il prossimo bar. Ogni tanto si fermava per la strada a guardare per terra, con le gambe dritte ma incrociate, un po’ ingobbito e le mani dietro la schiena, incrociate anche loro, la sigaretta sempre tra il pollice e l’indice e la brace nell’incavo della mano, che se gli arrivavi di fronte vedevi il filo di fumo che gli saliva da dietro la schiena. Ogni tanto si sentivano dei fischi altissimi o un cioccare forte di mani o lo sbattere contro la serranda chiusa di un negozio, quando abitavo in centro, qualche anno fa, me ne accorgevo sempre, voleva dire che stava per arrivare un temporale e poi il temporale arrivava davvero. E in una una scatola di latta in cui da vent’anni infilo un po’ di tutto, e la chiamo la mia scatolina di Čičikov, ma è più simile alla collezione del protagonista di Ogni cosa è illuminata, dovrebbe ancora esserci un chiodo arrugginito che mi aveva regalato lui un giorno che ci eravamo incrociati sotto il portico dicendomi che era un regalo perfetto per me, dopo lo cerco. Se al tavolino di un bar gli dicevi «Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori», lui ti recitava tutto il primo canto dell’Orlando Furioso. Se glielo chiedevi, ti diceva che non mangiava una bistecca dal 1982. Salutava sempre.

Ieri o l’altro ieri hanno appeso il mortorio “a funerali avvenuti”. Ci hanno scritto sopra che “è mancato all’affetto dei suoi cari” sabato 21 luglio, che è un giorno che non esiste.

L’altro giorno, su Facebook, uno ha scritto «Se n’è andato un amico che non sapeva di essere mio amico». Ecco.

Così va la vita.

Learco (foto di Davide Dodo Righi)


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