Così va la vita (per qualche minuto)

Più di nove anni fa i Germs, quelli ancora vivi, avevano suonato al Locomotiv di Bologna e io, che ero ancora giovane e senza un telefono che facesse i video e le foto, ero là a godermi lo spettacolo. Ne avevo scritto un reportino per il Mucchio e oggi l’ho ripescato da Archive.org, lo metto qui sotto.
A Darby Crash ci penso tutti gli anni, l’otto di dicembre, per qualche minuto, quando di solito posto su tumblr una vignetta presa da LMVDM di Gipi. Invece non è che pensi tanto spesso a Lorna Doom, nella vita. Ci penso quando ascolto (GI), ma non lo faccio quasi mai. Ci pensavo intorno al 7 dicembre del 2009, quando l’ho vista suonare, e poi più.  Ci ho pensato l’altro giorno, per qualche minuto, quando ho letto che era morta.
Così va la vita.

***

Ventinove anni esatti dalla morte di Darby Crash e i Germs sono al Locomotiv con Shane West alla voce. Un concerto decisamente finto, ma sarebbe stato peggio prendersi sul serio.

Bologna, 7 dicembre 2009

Il pubblico è il pezzo forte della serata: dal cinquantenne che va a mettersi in prima fila con la macchina fotografica nuova al giovincello che ancora porta le braghe scozzesi e la cresta tirata su con la colla di pesce, quindi un sacco di sopravvissuti mischiati a gente curiosa e nuovi punk più o meno veritieri. Poi c’è la band: Pat Smear ancora in forma smagliante con le dita che si muovono sul manico della chitarra come forsennate, gli occhi semichiusi, il gomito del braccio destro che deve averne passate di tutti i colori ma ancora si muove veloce; Don Bolles fa quasi paura, con quella faccia da rana pescatrice come uno Steven Tyler devastato dall’eroina e l’occhio spiritato, due casse nella batteria e la bacchetta che picchia sul rullante scomposta e storta; Lorna Doom è, dei tre vecchi Germs, la più fusa, con una paresi facciale ch’è continuo sorriso, un ciuffo platinato e duro come il marmo e gli occhi fissi sul fondo del locale; e infine il giovane della combriccola, Shane West in bella forma smagliante, l’attore di ER che è stato Darby Crash in What We Do Is Secret del 2007 e che salta da una parte all’altra del locale, sputa, urla, fuma, si dimena e recita la parte. Il pogo sotto il palco è immediato, dal primo all’ultimo pezzo. Maglie che si strappano e fetore di carne umana rancida che arriva fino ai lati della pista, dove è impalato tutto il pubblico che non prende parte alla danza cattiva al centro. Le dita si alzano per We Must Bleed e Lexicon Devil e… è inutile completare l’elenco dei pezzi perché il repertorio dei Germs è di poco più d’un’ora e un quarto, e in poco più d’un’ora e un quarto viene eseguito completamente, con un bis di dieci minuti e le canzoni tutte uguali, il pogo sempre acceso e lo pseudo-Darby Crash che fa l’indiavolato ma – credeteci! – è meno intonato del Darby Crash originale. D’altra parte è un attore e in fin dei conti, stasera, recita a meraviglia. E niente, questo è quanto. Una cosa finta e divertente, a parte la chitarra di Pat Smear che sì, quella suona davvero. Per il resto non è possibile dare un giudizio complessivo senza ricadere nel banale, e nemmeno dare un giudizio tecnico: come fai a dire che sono stati bravi? Che hanno suonato bene? Sono i Germs!

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Ho trovato tutto il concerto, non so se lo guardo, ho paura di scoprire di aver scritto delle cavolate:


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