Casu dolce Casu

Da un po’ di giorni avevo in mente di scrivere un post intitolato così, Casu dolce Casu, dove avrei raccontato di quando per la seconda volta nella vita ho conosciuto a migliaia di chilometri da casa una persona che conoscevo da anni solo virtualmente grazie a FriendFeed, e di come questa persona la settimana scorsa avesse mollato il lavoro e la pausa pranzo per venirmi a prendere nel mezzo del niente valenciano, tra una sopraelevata e una ferrovia, per portarmi a casa sua dove sono entrato con bagagli, moglie e figlio occupandogli una stanza, il bagno, il frigo, la caffettiera e Netflix per cinque giorni; poi avrei raccontato che la sera tornava dal lavoro, questa persona, si faceva una doccia veloce e ci portava fuori a mangiare tapas in posti incredibili e a bere delle birre in quantità e un’agua de Valencia così buona che ho ancora la nostalgia in gola; e poi avrei detto che, a parte il mangiare e il bere, in quelle sere, che erano le prime volte in cui parlavamo con le nostre voci vere invece di scrivere o leggerci nei commenti qua e là in giro per i socialcosi, non so come sia stato, ma è successo che siamo diventati, mi sembra, molto amici, di quelle amicizie in cui ci si scambiano anche confidenze e intimità e cose così, senza quel timore o quella vergogna che a volte uno ha anche nei confronti della gente con cui è cresciuto per la strada.

Era già successa una cosa così, nel 2010, nove anni fa, quando ero stato accolto e ospitato allo stesso modo a Salonicco e poi scarrozzato per la Calcidica da un’altra persona che avevo conosciuto solo virtualmente su FriendFeed e che adesso considero uno degli amici migliori che ho nel mondo. E questo, non che ce ne fosse bisogno, dimostra ancora una volta come quel posta là, FriendFeed, dove la prima volta che ci ero entrato ero stato catapultato per caso in una discussione sull’opportunità di fare la pipì nella doccia, aveva raccolto un bel manipolo di gente un po’ più speciale di quella che si trovava negli altri posti o che avremmo trovato dopo, quando FriendFeed è stato chiuso e siamo stati costretti a migrare verso altri luoghi o più semplicemente a sparire. Siamo stati fortunati.

E quindi, niente, avrei voluto scrivere tutte queste cose in una maniera un po’ più bella, che rendesse giustizia alla persona che ci ha ospitati a Valencia a casa sua senza sapere niente di noi, anche solo per ringraziarla a dovere come si dovrebbe fare, credo, quando uno ha un blog e lo vuole usare per dire questo genere di cose. Però è un periodo che scrivere, non lo so, c’è qualcosa che non mi funziona bene nelle dita.

Comunque un post intitolato Casu dolce Casu l’ho scritto lo stesso, alla fine: è questo qui.
Valeva la pena di scriverlo lo stesso? Penso di sì, anche solo per il LOL, come si diceva su FriendFeed tanti anni fa e come adesso si dice in tutto l’internet dei telefoni e dei tablet.

Grazie Casu.
Grazie davvero.

Solo due cose:

  1. prometto che adesso leggo tutti i tuoi libri;
  2. non saprai mai se ho fatto la pipì nella doccia.

Ciao.


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Una risposta a Casu dolce Casu

  1. Ubikindred ha detto:

    Fab è un trottolino amoroso

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