Il 9 ottobre del 2014, poco dopo cena, scrivevo una cosa intitolata “truestory” e che diceva così:
Ero in pizzeria, nel tavolo di fianco c’era Achille Occhetto che mangiava una margherita. Che si sappia: non mangia la crosta.
E questi sono alcuni dei commenti che mi erano arrivati:
- D’Alema, invece, mangia tutto, anche le croste degli altri.
- Non mangiare la crosta della pizza è di destra.
- Io ce l’avevo di fianco in treno tornando da Roma, quando siam stati a vedere i Kraftwerk.
- Sarà un fan di Report.
- Ho fatto un sogno: Occhetto con una margherita e Natta con una marinara con l’aglio che parlano di Cernenko a una Festa de l’Unità a Modena nel 1985. Occhetto vorrebbe una Coca-Cola. Natta gli dice “troppo riformista” e bevono una Henninger da 66 in due.
E poi mi è venuto in mente che nell’incipit di un libro che si chiama Secondo me, del 2000, Achille Occhetto inizia dicendo che c’era una volta a Torino un bambino nato senza respirare. Quel bambino era lui. Non voleva nascere, qualcosa doveva averlo insospettito.