Su VOCE: Musica seduta (sempre meglio di niente)

Oggi è uscito il nuovo numero del mensile VOCE, che per noi carpigiani è un po’ il TIME. Dentro c’è anche un mio pezzettino che parla di quello che sta succedendo alla musica dal vivo. Anzi no, di quello che sta succedendo a noi fruitori della musica dal vivo. E si parla anche di una cosa nel suo piccolo clamorosa capitata qualche settimana fa durante il concerto dei Gazebo Penguins al Coccobello, nel Chiostro di San Rocco.
Il pezzettino si intitola “Musica seduta (sempre meglio di niente)” e comincia così:

Non che queste siano cose che interessino i giovani, che passano le loro serate in attività che ci sono perlopiù ignote (e per fortuna, mi viene da dire), ma nella nostra città c’è un gruppetto ben nutrito di persone sui quarant’anni, che da quando ne aveva quindici, cioè dalla seconda metà degli 90, fino all’altro ieri, cioè poco prima della pandemia, è cresciuto tra i concerti rock, indie e soprattutto punk dell’Ekidna, del Mattatoio, del Kalinka e di tutta una rete di posti limitrofi dalla bassa modenese al bolognese. Forse l’apice di questa piccola “scena” c’era stato a metà degli anni zero, ma anche se quel gruppetto ben nutrito di persone era passato dai venti, ai trenta, poi ai quarant’anni, e aveva fatto magari dei figli, lavorava in fabbrica o in ufficio o si barcamenava tra un lavoro temporaneo e l’altro, anche se forse era l’ultimo atto di una cosa che poi non attraeva più quelli più giovani di loro, aveva comunque continuato, in un modo o nell’altro, ad andare ai concerti rock, indie e soprattutto punk dell’Ekidna, del Mattatoio, del Kalinka e di tutti i posti limitrofi che cominciavano pian piano a chiudere per mancanza di ricambio generazionale. Questo fino all’inizio del 2020, quando poi era arrivato il virus e aveva fermato tutto.

Se abitate a Carpi o in una frazione di Carpi, o in un paese limitrofo, da Novi di Modena fino addirittura a Modena centro, lo trovate in edicola.
La carta ha un buonissimo odore. Se lo comprate, fate bene.


Nello stesso numero ci sono anche:

  • l’intervista a un carpigiano aerospaziale che deorbita satelliti obsoleti
  • un pezzo sugli Extraliscio
  • un editoriale sull’ultimo libro di Wu Ming 1, La Q di Qomplotto (che tra l’altro sto finendo di leggere in questi giorni)
  • delle poesie di Ferlinghetti

E il titolo, in prima pagina, è: “Cacciatore di spazzatura spaziale”, che, ne converrete, è un titolo bellissimo.


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