Wilson

Sulla scrivania ho una catenella fatta con tre graffette inanellate, l’ultima delle quali ha un’estremità forzata e rialzata, così che la posso usare, sovrappensiero, a mo’ di elicotterino quando stacco la mano dal mouse, affondo ben bene la schiena nella poltrona e guardo il soffitto col niente in testa. Ce l’ho da un bel po’ di tempo.
Prima, vaccaboia, non la trovavo più. Ho cercato sotto il computer, tra le scartoffie, dentro i quaderni, nei raccoglitori, sotto la sedia, nel portapenne, ho cominciato a maledire la signora delle pulizie, il megadirettore galattico, il destino, il tempo e il governo, stavo quasi per rassegnare le dimissioni. Poi l’ho ritrovata, per fortuna, era in un angolino del pavimento.
Dopo mi sono scoperto sospirare di sollievo. E col niente testa, guardando il soffitto, colla schiena affondata ben bene nella poltrona, stavo già rifacendo l’elicotterino.

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