Dopo una prima lista di parole che avevamo salutato con malinconia quasi un anno fa, ora che Guido ha tre anni dobbiamo dire addio ad alcune altre parole bambinose cui eravamo particolarmente affezionati. Tra queste:
- Cocciolàto (che uno dice, vabbè, è il cioccolato; ma il cocciolato è più gustoso)
- Ticeàpoto (che però non è scomparsa del tutto, visto che non riuscirò mai più a dire Triceratopo senza invertire la t e la p)
- Vìgiolo (che era lo scivolo, sui cui si facevano delle gran vigiolàte di culo, di pancia e di testa)
E, infine, addio anche alla mia preferita, ahimè:
- Cincèo (Sea Turtle… l’aveva imparata su youtube, come tutto l’inglese che padroneggia adesso e che non è poco, anzi, ha un accento che noi non riusciremmo a eguagliare anche emigrando a Cambridge per un decennio; per esempio, quando vede un polpo, come dice /ˈɒktəpəs/ lui secondo me voi mica ci riuscite)
Avanti così.