The rise and fall of Louis Cristoforetti

Mi chiamo Louis Cristoforetti, ho una cattedra di Letteratura nell’università della città e ogni tanto scrivo dei racconti per alcune riviste poco conosciute, sono interpretato da Matthew McConaughey nel fiore degli anni, tipo ai tempi di Contact; la mia compagna è una critica letteraria, tra le più famose al mondo, si chiama Grushenka ed è interpretata da Sandra Bullock, siamo molto innamorati.
È un mattino assolato e caldo, stiamo andando nell’auditorium di un grosso centro commerciale dove verrà consegnato un premio letterario molto ambito, con una ricompensa in denaro da far girare la testa. Grushenka è la presidente della giuria, quei soldi ci servono per finire di pagare la casa e mi ha detto che farà di tutto per farmelo vincere. In concorso, infatti, c’è anche un mio racconto, si chiama A-27 e tutti dicono che sembra scritto da un nuovo David Foster Wallace, e la cosa mi fa molto piacere, anche se a me, personalmente, questo mio racconto non piace più.
Davanti al centro commerciale ci ferma un omone della security, ci dice che dobbiamo lasciare lì, in una cassetta di sicurezza, i telefoni e tutti gli apparati elettrici ed elettronici che abbiamo. Li tiriamo fuori e glieli diamo. Appena vede che abbiamo un Kindle e legge i nostri nomi sulle carte d’identità, soprattutto quello di Grushenka, si ferma, si guarda intorno e ci dice di seguirlo in una stanza.
Entriamo in una camera piccola e poco illuminata, ci sono delle macchinette del caffè e una per le bibite e l’acqua. L’omone della security tira fuori un pc portatile da uno zainetto e ci attacca il nostro Kindle.
«Ci ho messo un racconto che ho scritto,» ci dice, «leggetelo, se volete, mi piacerebbe molto avere un vostro parere.» E se ne va lasciandoci soli.
Abbiamo ancora un po’ di tempo, prima delle premiazioni del concorso, e ci mettiamo a leggere. La bellezza del racconto dell’omone della security, di cui sappiamo il nome solo perché l’abbiamo letto di sfuggita sul cartellino che portava sul petto, ci fa quasi cadere per terra. Siamo emozionatissimi. Pensiamo di aver trovato un genio letterario fuori dal comune. Dobbiamo fare qualcosa per farlo conoscere in giro e io propongo a Grushenka di nominarlo vincitore del concorso letterario. Lei è d’accordo con me.

(Stacco)

Siamo seduti nell’auditorium in attesa della nomina del vincitore. Guardo Grushenka con un’occhiata complice ma lei sembra non accorgersi di me. La chiamano e si alza in piedi, prende un microfono. Io mi giro sorridendo verso l’omone della security che adesso è in piedi di fianco alla porta, a controllare la situazione e le borsette di chi entra o esce.
Grushenka parla al microfono: «Il vincitore del concorso è…»
E poi dice il mio nome.
Rimango lì come impalato.
Tutti si alzano in piedi e applaudono e mi invitano sul pulpito per ritirare il premio e per dire due parole; io ho una roba dentro che non riesco a deglutire, ma mi alzo e salutando tutti con la mano mi avvicino al microfono.
Silenzio. Il microfono fischia.
Mando giù il magone e provo a dire qualcosa.
«Grazie, grazie a tutti,» comincio, «ma non posso accettare questo premio, per motivi che adesso non voglio spiegarvi.»
Sono tutti zitti.
«Però propongo alla giuria di conferirlo al secondo classificato, che se non sbaglio è…»
E dico il nome dell’omone della security.

(Stacco)

Siamo in casa, nella nostra casa al secondo piano di una palazzina del centro che dobbiamo ancora finire di pagare.
Grushenka urla dalla gioia: «Sono incinta! Louis! Sono incinta!»
La guardo bene e «È vero,» le dico, si vede già un pancione gigante. Sono felice anch’io.
E lei dalla felicità va sul balcone e mette un piede sulla ringhiera.
«Lo voglio dire al mondo!» mi dice voltandosi un po’ verso di me.
Poi spicca un salto e sale sul tetto.

Poi mi sveglio.


Questa voce è stata pubblicata in cose così e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.