Scarpe rotte

[Il pezzetto qui sotto l’avevo scritto il 9 gennaio del 2010, dieci anni fa, su Barabba, e lo riporto così com’era, a parte qualche piccola correzione, perché sono fatto così.]

(Oggi)
oggi, sessant’anni fa, alle fonderie di Modena vengono ammazzati sei operai, feriti altri duecento, dalla polizia. Oggi, sessant’anni fa, mio nonno Corrado mi racconta che l’hanno saputo quasi subito anche a Novi, quello che era successo, a trenta e passa chilometri di distanza.

(Dopodomani)
dopodomani, sessant’anni fa, mio nonno Corrado si mette in marcia con un gruppetto di novesi: scioperano, mettono su le scarpe nuove e s’incamminano fino a Modena per i funerali. A Fossoli tirano su altri gruppetti come loro, e via andare; a Carpi fanno altrettanto, e via, ancora, andare; lo stesso a Soliera, a Ganaceto, a Lesignana e a Ponte Alto, sempre lo stesso passo, senza rallentare, mi racconta mio nonno Corrado, senza rallentare fino alle fonderie, via, andare. Sempre lo stesso passo perché trenta e passa chilometri non sono uno scherzo per chi esce dal paese solo per le feste, magari col carretto e le scarpe nuove in spalla per andare a ballare alla Festa de l’Unità di Carpi, che dicono che sia la più bella e poi è così grande.

(Oggi)
oggi, sessant’anni dopo, a mio nonno Corrado delle scarpe non gli frega più granché. Si ricorda di quella volta che era andato fino a Modena a piedi, per lo sciopero generale, per i funerali dell’eccidio alle fonderie. Ma quando si deve andare, mi racconta, c’è poi da ritornare, e le scarpe si erano rotte. E allora a lui, oggi, sessant’anni dopo, delle scarpe non gli frega più granché. Ci voleva uno stipendio intero per comprare le scarpe nuove, una volta. Le scarpe nuove, di solito, servivano una volta sola all’anno, quando dovevi andare alla Festa de l’Unità di Carpi a ballare.

(Dopodomani)
dopodomani, sessant’anni dopo, mi toccherà raccontare a mio nonno Corrado che poi le fonderie sono diventate le Ex-fonderie: una discoteca. E io una volta, anni fa, ci avevo ballato dentro. Gli racconto di quella volta che sono andato fino a Modena, a trenta e passa chilometri di distanza, in macchina con gli amici, per ballare. Secondo me quella sera, anzi quasi sicuramente, almeno così mi ricordo, secondo me quella sera avevo le scarpe nuove. Delle scarpe nuove per ballare.

[Oggi, settant’anni dopo l’eccidio delle Fonderie, e dieci anni dopo questo pezzetto, mio nonno, Corrado, non c’è più: è morto all’inizio di gennaio di due anni fa, aveva novantadue anni. Però lo so che, se ci fosse ancora, oggi mi racconterebbe, come se se fosse la prima volta che me lo racconta, di quando era andato a Modena a piedi, tanti anni fa, e delle scarpe nuove, che poi si erano rotte, eppur bisognava andare.]

Musica:


Questa voce è stata pubblicata in cose d'archivio e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

2 risposte a Scarpe rotte

  1. laPaola ha detto:

    Tu sei un poeta. E un grande

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.