Scarpe rotte

(Oggi)
Oggi, settantatré anni fa, alle Fonderie di Modena venivano ammazzati sei operai, e feriti altri duecento, dalla polizia. Mio nonno Corrado mi raccontava che oggi, settantatré anni fa, l’avevano saputo quasi subito anche a Novi di Modena, quello che era successo, a trenta e passa chilometri di distanza.

(Dopodomani)
Dopodomani, settantatré anni fa, mio nonno Corrado si metteva in marcia con un gruppetto di novesi: scioperavano, avevano messo su le scarpe nuove e ancor prima che spuntasse il sole s’erano incamminati fino a Modena per i funerali. A Fossoli avevano tirato su altri gruppetti come loro, e via andare; a Carpi avevano fatto altrettanto, e via ancora, andare; lo stesso a Soliera, a Ganaceto, a Lesignana, a Ponte Alto, sempre dello stesso passo, senza rallentare, mi raccontava mio nonno Corrado, senza rallentare fino alle Fonderie, via, andare. Sempre dello stesso passo perché trenta e passa chilometri non sono uno scherzo per chi esce dal paese solo per le feste, magari col carretto e le scarpe nuove in spalla per andare a ballare alla Festa de l’Unità di Carpi, che dicevano che fosse la più bella di tutte e poi era così grande.

(Dopo)
Dopo, quando ormai era andato in pensione, ed era andato in pensione anche suo figlio, cioè mio padre, ed era diventato più o meno un uomo anche suo nipote, cioè io, a mio nonno Corrado delle scarpe non gliene fregava più granché. Si ricordava sempre di quella volta che era andato fino a Modena a piedi per lo sciopero generale, per i funerali dei morti nell’eccidio alle Fonderie. Ma quando si deve andare, mi raccontava, c’è poi anche da ritornare, e le scarpe si erano rotte. Ci voleva uno stipendio per comprare delle scarpe nuove, una volta. Quelle scarpe nuove che, di solito, servivano una volta l’anno, quando dovevi andare alla Festa de l’Unità di Carpi a ballare.

(E dopo ancora)
E dopo ancora, mi era toccato raccontare a mio nonno Corrado che poi le Fonderie erano diventate le Ex-Fonderie: una discoteca. E che io una volta, da ragazzino, anni prima, ci avevo ballato dentro. Gli avevo raccontato di quella volta che ero andato fino a Modena, a trenta e passa chilometri di distanza, in macchina con gli amici, per ballare. Secondo me quella sera, anzi quasi sicuramente, almeno così mi ricordo, avevo delle scarpe nuove. Delle scarpe nuove per ballare.

(Oggi)
Oggi, settantatré anni dopo l’eccidio delle Fonderie, e tredici anni dopo che avevo scritto questo pezzetto (un po’ diverso) per la prima volta su Barabba, mio nonno, Corrado, non c’è più: è morto all’inizio di gennaio di cinque anni fa, aveva novantadue anni. Però lo so che, se ci fosse ancora, oggi mi racconterebbe, come se fosse la prima volta che me lo racconta, di quando era andato a Modena a piedi, tanti anni fa, e delle scarpe nuove che poi si erano rotte, eppur bisognava andare.

Musica:


(E anche questa è una cosa che posto tutti gli anni, anche se quest’anno mi stavo quasi dimenticando. Si vede che sto diventando vecchio.)


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