Relativa pace in Europa

Pensavo stamattina, mentre ero ancora a letto e la luce del giorno arrivava dal corridoio e le campane che chiamavano i fedeli alla messa mi tiravano fuori da un sogno che adesso non mi ricordo, pensavo che quando era nato mio padre la guerra era finita da meno di otto anni, e quando sono nato io la guerra era finita da meno di trentaquattro anni, e poi quando è nata mia sorella la guerra era finita da circa quarantadue anni e, per ultimo, quando è nato mio figlio la guerra era finita ormai da settant’anni; e dopo ho pensato che, per la prima volta da quando esiste questo stato delle cose, nel comune in cui vivo si va al ballottaggio per le amministrative e che probabilmente questo è l’ultimo giro di giostra per la sinistra locale che, questa volta forse no, anzi speriamo proprio di no, ma la prossima volta, tra cinque anni, se perderà, la guerra sarà finita da circa ottant’anni; e alla fine ho pensato che, se tutto va bene, tra circa venticinque o ventisei anni la guerra sarà finita da cento anni, cioè da un secolo, e chissà quanto durerà questo periodo qui, al quale i posteri probabilmente si riferiranno come a quel periodo lunghissimo e forse inedito e forse addirittura stupefacente di relativa pace in Europa, una cosa che non si era mai vista.
E poi sono andato a fare la doccia. E dopo ho bevuto un caffè.


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