Oh no, love, you’re not alone

Nell’estate del 2005 tornavo da Urbino con Grushenka, stavamo insieme da qualche mese e quella era stata la nostra prima vacanza: eravamo andati al festival Frequenze Disturbate a vedere i Dinosaur Jr, Julian Cope, gli Echo & The Bunnymen e degli altri. Erano stati tre giorni molto belli, noi avevamo il fuoco delle cose nuove che ci bruciava dentro e quella notte, saranno state le due, sfrecciavamo su un’autostrada vuota verso casa sulla mia Ford Fiesta, che chiamavamo Ronzinante e che aveva ancora la radio con le cassette. Le cassette si sentivano quasi tutte male, consumate dagli ascolti e dalle intemperie, ma ce n’era una che ero sicuro avrebbe suonato a dovere, così l’avevo pescata dalla tasca dello sportello alla mia sinistra e l’avevo infilata nel mangianastri. Abbiamo canticchiato tutto Ziggy Stardust, e quando era arrivata Rock’n’roll Suicide l’avevamo urlata, insieme, con tutto il fiato che avevamo. Eravamo una cometa che schizzava sull’asfalto, a metà strada tra le Marche e l’Emilia, e sulle note finali, quando mi ero messo a fare il coro canticchiando “wonderful“, Grushenka aveva cominciato a ridere fortissimo e mi aveva detto uno dei suoi primi «ti amo» mentre la cassetta scattava sul lato A per ricominciare.
Dev’essere uno dei modi in cui nasce una “nostra canzone”, perché da quel giorno Rock’n’roll Suicide lo era diventata per noi.

Poi, una notte di undici anni dopo, nei primi di gennaio del 2016, saranno state le due, mentre deponevamo le armi della nostra piccola battaglia quotidiana che potremmo chiamare “addormentare il Miny”, e sconfitti mettevamo un bambino di nove mesi a giocare nel suo lettino, lì di fianco al nostro letto, su Rai5 era partito l’ultimo concerto del tour di Ziggy Stardust, quello all’Hammersmith Odeon di Londra del 3 luglio 1973. Quando alla fine dell’ultimo bis era partita Rock’n’roll Suicide, ci eravamo girati verso il Miny, che nel frattempo tra un pupazzo, due risate e un sonaglino si era visto tutto il suo primo concerto, e gli abbiamo detto: «senti, questa è la canzone della mamma e del papà.»
E gliel’avevamo cantata tutta.

E poi, niente, tutto qua.

Musica:


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