Lessico famigliare (8)

Sono andato a fare la spesa, c’era una marca di birra da supermercato che piace molto a Grushenka (e che d’ora in poi chiamerò per semplicità birra-da-supermercato-che-piace-molto-a-Grushenka) ma che non compriamo quasi mai perché costa sempre un pochino troppo, solo che era in offerta e allora ne ho prese 25 bottiglie.
Sono arrivato a casa, ho appoggiato le sporte fuori dall’ascensore, ho preso su una cassa della birra-da-supermercato-che-piace-molto-a-Grushenka e con una mezza mano libera ho aperto la porta, e ho detto a voce alta: «Mi dai una mano?»
Lei è arrivata, mi ha visto con la cassa in mano e tutta contenta ha detto: «Ma dai, hai preso la birra-da-supermercato-che-piace-molto-a-Grushenka? Ma che bravo!»
E intanto, mi ha detto dopo, pensava “peccato che ne abbia presa solo una cassa.”
Nel frattempo sono tornato sul pianerottolo, ho preso su l’altra cassa di birra-da-supermercato-che-piace-molto-a-Grushenka e l’ho portata in casa.
E lei ha sorriso tantissimo e mi ha detto: «Va bene, allora ti sposo.»
(Stiamo insieme da quasi sedici anni e mezzo.)


(Qui c’è un altro po’ di lessico famigliare)


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