La New Wave italiana (il blogroll – 3 / l’onda lunga – 2)

Non è che mi siano rimasti tanti altri blog da segnalare, quindi provo un po’ a fare un post cumulativo, dove vado innanzitutto a elencare, in rigoroso ordine alfabetico, un paio di blog rinati o rinascenti, così come sono stati aggiunti o spostati nel gruppetto della New Wave italiana del mio feedreader (uso feedly, quello gratis, se vi interessa).

  • Barbazagn – con i ragionamenti sportivi di Stefano Pederzini.
  • Claudiappì – She, herself eddai di Claudia Panunzio.

E poi un altro paio di blog, tra quelli che non hanno mai smesso ma che secondo me ultimamente scrivono di più (è solo una mia impressione). Li metto qui sotto, sempre in rigoroso ordine alfabetico così come sono stati aggiunti o spostati nel gruppetto dell’Onda lunga italiana del mio feedreader (lo stesso feedly di cui sopra).

E poi ancora, per finire, una citazione d’obbligo:

Che non ha mai smesso e mai neanche rallentato le pubblicazioni dal duemilaeboh a oggi, ma lo metto qui per due motivi importantissimi: il primo è che Galatea mi fa le faccine tristi tutte le volte che pubblico dei post pieni di link in cui manca il suo (tiè); il secondo è che col blog Galatea è arrivata addirittura a fare un documentario, e nel segnalarcelo fa una specie di dichiarazione d’amore al blog che è anche un po’ una dichiarazione d’amore per la “nostra” blogsfera, con tutti noi animaletti strani che la popoliamo o la popolavamo:

Mi ha stravolto la vita, il blog. Immaginatevi una ragazza (allora lo ero ancora) che abita in un paesino di campagna, ai margini del tutto, e insegna a scuola, che d’improvviso viene catapultata in blogfest, convegni, cooptata in gruppi di giornalisti, partecipa a festival, comincia scrivere libri. Si ritrova persino di fronte ad una telecamera, a girare un documentario in cui può parlare delle sue grandi passioni, di storia, di Medioevo, di barbari.

Per me il blog è stato la lampada di Aladino, il mio personale genio. Di tanto in tanto sembro tradirlo, travolta dal fascino di altri account, dei social, di Facebook, di YouTube, ma poi è qui l’unico posto dove mi sento a casa.

Come la culla di quando siamo bambini. Ci sono nata, vengo da qui. E quindi grazie, blog. Ti voglio bene.

Ti vogliamo bene anche noi.
Musica:

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Le altre puntate piene di link sulla New Wave della blogsfera italiana sono qui.


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