La dolce metà

«Te l’hai mai vista La dolce vita?» mi fa lei, otto anni fa, oggi.
«Macché,» le rispondo.
«Pensa che strano,» mi dice, «neanche io, eppure siamo due tipi che ci piacciono i vecchi classici.»
«Eh, è strano,» dico.
«Allora va bene,» decide lei, «andiamo a casa mia, ce l’ho in videocassetta.»
Era un periodo, quello lì, che ci eravamo conosciuti da poco, e stavamo alzati tutte le notti fino alle cinque del mattino, a casa sua, a bere delle birre, a suonare la chitarra, a far delle gran chiacchiere. Senza toccarci.

Allora siamo andati a casa sua, otto anni fa, oggi, abbiamo messo su una videocassetta che era allegata a l’Unità, e ci siamo messi a guardare quel Cristo in bianco e nero che viene trasportato sui tetti della città da un elicottero. Stavamo seduti un po’ distanti, ma neanche tanto, e guardavamo la televisione. Senza toccarci.
Eravamo a metà del film, mi pare, otto anni fa, oggi, quando mi son sentito un bacio sul collo. Ma un bacio, che un bacio così, sul collo, in quel modo lì, non me l’aveva mai dato nessuno. È andata a finire che ci siamo toccati.

E sono passati otto anni, oggi. Toccarci, non abbiamo più smesso. La dolce vita, invece, è ancora lì, sullo scaffale, visto a metà. Ormai è una specie dogma, lo lasciamo dov’è, non lo finiremo mai. Speriamo.
Magari è anche un bel film, non lo so.
Per quel che ci riguarda, va benissimo così.

*


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3 risposte a La dolce metà

  1. Che belle robe che succedono da quelle parti

  2. Davia ha detto:

    Conclusione: anche i brutti film servono, o come ha detto lo zio Faber “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
    Molto meglio il vostro “finalinizio” di 8 anni fa…oggi.

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