In colonna

Siamo incolonnati a uno stop per entrare su una delle rotonde più trafficate di Mirandola, in provincia di Modena, ed è una cosa che succede quasi sempre la mattina presto, verso le otto, quando andiamo tutti a lavorare. Sono lì che sto ascoltando l’ultimo disco dei Mercury Rev, tutto archi, pianoforti e voci femminili molto angeliche, quando l’occhio mi cade sul lunotto posteriore della macchina che ho davanti. Ci sono appiccicati due sticker: in uno un angelo esce a mezzo busto da una nuvola e tende un braccio per afferrare il coltello di un tizio che, più in basso, lo guarda stupito, sotto di lui c’è un bambino coricato su un altare di pietra o qualcosa di simile; nell’altro c’è un’arca di legno che sfida con prepotenza il Diluvio Universale, con le teste buffe degli animali che escono a coppie dalle finestrelle sui lati dello scafo. Sotto al primo c’è scritto: ISAAK A BORDO. Sotto l’altro: NOAH A BORDO.
Per i primi cinque o sei secondi mi metto a ridacchiare.
Poi scuoto un po’ la testa pensando «Ma pensa te!»
Dopo, non so come, è automatico, comincio a essere spaventato.
Per fortuna la colonna scorre e arriva il nostro turno allo stop.
La macchina che ho davanti va di là, mentre io vado di qua.


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