Il principio di indeterminazione di Faussone

E in un libro che si chiama La chiave a stella, del 1978, di Primo Levi, c’è il personaggio principale, Faussone, detto Tino, che è poi quello che per tutto il libro racconta al narratore la storia della sua vita lavorativa, che proprio nell’incipit del primo capitolo inizia a parlare e dice così:

«Eh no: tutto non lo posso dire. O che le dico il paese, o che le racconto il fatto: io però, se fossi in lei, sceglierei il fatto, perché è un bel fatto. Lei poi, se proprio lo vuole raccontare, ci lavora sopra, lo ratifica, lo smeriglia, toglie le bavature, gli dà un po’ di bombé e tira fuori una storia; e di storie, ben che sono più giovane di lei, me ne sono capitate diverse. Il paese magari lo indovina, così non ci rimette niente; ma se glielo dico io, il paese, finisce che vado nelle grane, perché quelli sono brava gente ma un po’ permalosa».

Che, se uno ci pensa bene, e si ricorda che Primo Levi era un chimico, ecco, quello lì sopra, o almeno la parte che ho sottolineato, è il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Ho un po’ cercato su google, ma non ho trovato nessuno che gli sia venuta in mente questa cosa o qualcosa di simile, cioè che all’inizio de La chiave a stella di Primo Levi ci sia il principio di indeterminazione di Heisenberg applicato non alla meccanica quantistica ma alla meccanica, diciamo, del racconto in forma orale.

Quindi, ecco, se sono stato il primo ad accorgersene, dico solo un’altra cosa: cioè che è il 15 gennaio del 2021 e adesso sono circa le 18:30.
Se invece l’ha già detto qualcun altro, allora niente, a posto così.


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