Giotto

E l’altro giorno siamo stati a Vicchio, in provincia di Firenze, sul lato toscano dell’appennino tosco-emiliano, e siamo andati a casa di Giotto e poi sul ponte dove si dice che passasse Cimabue mentre lui, Giotto, che era ancora un ragazzino, stava disegnando una pecora così bella che non ci si poteva credere.

(questo qui)

La cosa bella è che il Miny era davvero interessatissimo a tutta la storia di Giotto, così gli abbiamo raccontato la vita e le opere, comprese le cose leggendarie che sono poi le più interessanti, come la storia della mosca, quella del ponte che nessuno sa se sia vera, quella della O perfetta, eccetera.
Alla sera, eravamo alla Sagra del Tortello di Patate di Ronta, lui aveva preso due tovagliette di carta e aveva cominciato a disegnare, che è una cosa che non fa tanto spesso, quando siamo fuori a cena. E il giorno dopo, che eravamo in un rifugio di Monte Sole, mentre tornavamo a casa, l’aveva fatto ancora con altre due tovagliette. Invece di Santi e demoni, disegnava supereroi e supercattivi, ma guardandoci bene erano quasi disposti come le figure della Cappella degli Scrovegni (che è a Padova, ma ci sono delle belle riproduzioni nella casa di Giotto, che sono poi le uniche cose da vedere perché per il resto non c’è niente).

Poi siamo arrivati a casa, ieri sera, il Miny è andato in camera sua, si è seduto in silenzio sul tappetone in mezzo ai Lego. Dopo un po’ è venuto da noi e ci ha fatto vedere cosa aveva costruito. Aveva costruito Giotto.

(somigliantissimo)

Inutile specificare come ci siamo sentiti, visto che la nostra coda di pavone probabilmente si vede fino a lì.


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