Ferri

E in un libro che si chiama Nata sulla linea gotica, del 2019, Giovanna Ferri dice che il 1978 fu l’ultimo anno di campeggio libero, a Santa Caterina Valfurva, m. 1838 slm, e che presero in affitto un pezzo di prato, col permesso del Comune, e acquistarono un tubo di gomma e un rubinetto; gli uomini fecero l’allacciamento all’acqua potabile che lassù non mancava di certo, e un traliccio di legno in mezzo all’accampamento dove misero il rubinetto per l’acqua corrente, e che c’era un solo problema, però, cioè che la notte spesso il termometro andava sotto zero e bisognava aspettare il sole che scaldasse il tubo per sgelare l’acqua. Poi dice che, per non bruciare l’erba, cercarono una grande lamiera dove tutte le sere si faceva fuoco, e che, oltre ad essere il loro ritrovo, si cuoceva anche della buona carne. E che per i servizi igienici si scavò una grande buca nella pineta, e con pali, plastica e cartoni si fece la cabina con la porta, e la cenere del fuoco si teneva da mettere sopra al tutto, così era sempre pulito e non c’era né cattivo odore né mosche, lo chiamarono “Montecitorio”.


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