L’11 gennaio del 2009, verso l’1 e mezza del mattino, cioè in piena notte, avevo scritto una cosa così:
Pecorino Collefrisio d’entrata, Chateau Coucy Montagne Saint-Emilion a seguire, Anisetta Meletti in chiusura. Possiamo dormire beati.
Poi l’anno dopo, l’11 gennaio del 2010, alle 9:23, si vede che avevo finito le ferie, perché avevo scritto una cosa così:
oggi si ritorna a viver come bruti.
L’11 gennaio del 2015, invece, era una domenica mattina, scrivevo una cosa intitolata “cose nuove sul frigo, che adesso, oggettivamente, è un signor frigo” accompagnata da una foto:
E sotto dicevo anche che «se devo fare un appunto da precisino della fungia: è un peccato che manchino le maiuscole, i punti e le virgole (questi ultimi, in verità, potrei aggiungerli a pennarello sul frigo).» E la persona che mi aveva regalato la poesia magnetica mi aveva risposto: «Adesso vi regalo una scatolina di punti e virgole».
E un altro, dopo, mi ammoniva dicendomi che «Le Parole Magnetiche dovrebbero servire (anche) a rompere gli schemi e combattere le nevrosi. No ad alimentarle.» Ma io gli rispondevo: «non scherziamo. Con queste parole si compone l’Infinito E BASTA.» E lui continuava dicendomi: «Prova a ricomporlo diversamente. Fanne tante versioni diverse. Fidati.» Ma io, oh, niente,gli avevo risposto: «scherza coi fanti.» Ed era finita lì.
Poi, l’11 gennaio del 2016, avevo scritto solo una cosa, che diceva tutto quello che c’era da dire sulla questione di importanza storica e mondiale del giorno prima, e cioè:
#GoodBowie
E infine, l’11 gennaio del 2017, verso le 10 del mattino, avevo scritto una cosa intitolata “neonati e raffreddori” che diceva così:
dopo la terza notte insonne la Convenzione di Ginevra dice che è tortura.
E sotto uno mi diceva che «Alla quarta notte insonne si è autorizzati a somministrargli un antibiotico anche senza ricetta medica.» E un altro che «a quel punto la soppressione dell’infante non costituisce reato.»
Alla fine siamo sopravvissuti tutti.