Il 23 dicembre del 2016, avevo traslocato da due settimane, era quasi ora di cena e avevo scritto una cosa intitolata “è andata così” che diceva:
Nella casa nuova mi sono fatto lo studiolo, quella stanza che mio suocero definisce «la cella di Gramsci». Ci sono tre librerie, un tavolo, una sedia, due armadi, le chitarre, ma non c’è neanche un cassetto.
Vorrà dire che il romanzo lo appoggerò sul tavolo.
Non c’era poi nessun romanzo nel cassetto, da mettere sul tavolo.
E per aggiornare quelli che ogni tanto me lo chiedono: non ci sono ancora, né il romanzo né il cassetto.
Per fortuna, mi viene da dire.