Il 5 luglio del 2012, l’anno del terremoto, scrivevo una cosa intitolata “come scrittore aderisco perfettamente alla mia opera omnia” che diceva così:
Ho sempre detto che se avessi passato un mese a casa avrei scritto il mio primo romanzo. Sono a casa da un mese e mezzo e non ho scritto una riga.
E lo stesso giorno, qualche ora dopo, il mio amico Gabriele Capra Malavasi postava sulla mia bacheca una poesia di Corrado Costa intitolata Vita di Lenin, che fa così:
Vita di Lenin
Con assoluta fedeltà
è rispettato il tempo
naturale
della vita di Lenin.
Riprodotti con assoluta fedeltà
i sogni e le insonnie
di Lenin. Integrali le ore
dell’infanzia, i giorni
della scuola, ripetuto tutto, anche le conversazioni
occasionali alla fermata del tram.
Rispettati i silenzi. I lapsus.
Il film dura 54 anni.
Si dovrebbe almeno
rivederlo due volte.
Le due cose non erano collegate. Credo.