La svastica sul sole, Scorrete lacrime, disse il poliziotto, Confessioni di un artista di merda e Radio Libera Albemuth di Philip K. Dick; Scolpire il cielo e Viaggio di luce di Alexander Jablokov; Miracoli e giuramenti e Contagio di Nancy Kress; Processo alieno e Avanti nel tempo di Robert J. Sawyer; Ai confini della realtà volume 1 e Ai confini della realtà volume 2 di Rod Serling; e poi sicuramente degli altri, ma adesso mi vengono in mente solo questi: sono tutti libri che ho letto e che erano stati tradotti da Maurizio Nati. Maurizio Nati è morto domenica scorsa per via di un male incurabile, stamattina è uscita la notizia su un sito di fantascienza. Allora ho pensato che potevo anche scrivere qualcosa, oggi, qui, per ricordarlo e ringraziarlo, per quel che possa valere qualcosa scritto qui, da me, per ricordare e ringraziare un traduttore che, senza neanche saperlo, e devo confessare che fino a dieci minuti fa non lo sapevo neanche io, ha contribuito a suo modo a cambiarmi un po’ la vita.
Mi è poi venuta in mente una cosa che avevo letto sul blog di Paolo Nori e sono andato a cercarla. È questa qui:
Tradurre è quella pratica che, quando ti svegli, sei stremato, e hai davanti come un muro. Tutto il giorno su per quel muro dritto. Una vita da lumache.
Così va la vita.
pensavo fosse Vittorio Curtoni (ormai morto anche lui…) il traduttore di Dick. È anche vero che a parte La svastica sul sole non ho letto nessuno dei libri che hai citato.
Di Dick ho letto i Fanucci, non gli Urania.