Così va la vita (semplicemente)

E quindi, dopo più di un mese di digiuni e terapie e dimagrimenti, col fegato (fegato fegato) spappolato, ieri sera tardi entrando in camera con la torcia accesa nel cellulare per non inciampare, ho sentito un rumore e un rantolo e l’ho vista lì, per terra, che non respirava più. Poi con un sussulto aveva ricominciato a respirare. E dopo, un altro rantolo, e nella notte l’ultimo sbuffo di fiato. Stamattina era ancora lì, distesa sul panno che le avevamo messo vicino al termosifone. Fredda e con gli occhi spalancati.
E non lo so come funziona, la nostra testa, che delle volte non scende nemmeno una lacrima per la morte di un amico o di un parente, ma scoppiamo a piangere come delle viti tagliate, e ci abbracciamo a occhi chiusi e ci sentiamo più soli, quando muore una gatta.

Proprio in questi giorni stavo leggendo un libro che si chiama Perché comincio dalla fine, di Ginevra Lamberti, dove viene riportato un passo di una poesia di Laura Liberale che dice «morire come il gatto di casa, girandosi dall’altra parte, semplicemente.»

Ecco.
Così va la vita.

(Natasha, 2010-2020)


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