Così va la vita (anche sedici anni dopo)

E in un libro che si chiama Il giro di boa, del 2003, Andrea Calogero Camilleri dice accussì:

Falpalà era uno che tentava di fare la faccia di chi avverte che a lui nisciuno al mondo sarebbe arrinisciuto a pigliarlo per il culo.
«Ho solo una breve dichiarazione da fare. La legge Cozzi Pini sta dismostrando funzionare egregiamente e se gli immigrati muoiono è proprio perché la legge fornisce gli strumenti per perseguire gli scafisti, che in caso di difficoltà, non si fanno scrupolo di buttare a mare i disperati per non rischiare di essere arrestati. Inoltre vorrei dire che…».
Montalbano, di scatto, si susì e cangiò canale, più che arraggiato, avvilito da quella presuntuosa stupidità. Si illudevano di fermare una migrazione epocale con provvedimenti di polizia e con decreti legge. E s’arricordò che una volta aveva veduto, in un paese toscano, i cardini del portone di una chiesa distorti da una pressione accussì potente che li aveva fatti girare nel senso opposto a quello per cui erano stati fabbricati. Aveva domandato spiegazioni a uno del posto. E quello gli aveva contato che, al tempo della guerra, i nazisti avevano inserrato gli òmini del paese dintra alla chiesa, avevano chiuso il portone, e avevano cominciato a gettare bombe a mano dall’alto. Allora le pirsone, per la disperazione, avevano forzato la porta a raprirsi in senso contrario e molti erano arrinisciuti a scappare.
Ecco: quella gente che arrivava da tutte le parti più povere e devastate del mondo aveva con sé tanta forza, tanta disperazione da far girare i cardini della storia in senso contrario. Con buona pace di Cozzi, Pini, Falpalà e soci. I quali erano causa ed effetto di un mondo fatto di terroristi che ammazzavano tremila americani in un botto solo, di americani che consideravano centinara e centinara di morti civili come «effetto collaterale» dei loro bombardamenti, di automobilisti che scrafazzavano pirsone e non si fermavano a soccorrerle, di matri che ammazzavano i figli in culla senza un pirchì, di figli che scannavano matri, patri, fratelli e sorelle per soldi, di bilanci falsi che a norma di nuove regole non erano da considerarsi falsi, di gente che avrebbe dovuto da anni trovarsi in galera e invece non solo era libera, ma faciva e dettava leggi.

Perché quello che scrivono di solito gli scrittori vale sì quando lo scrivono, ma magari vale ancora sedici anni dopo.
Così va la vita.


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