In bianco

Ieri sera sono andato a cena dai miei, e mi sono portato dietro la seggiolina da attaccare alla tavola per metterci dentro Guido (mio figlio si chiama Guido), che è già una settimana che la usiamo e funziona abbastanza bene (nel senso che lui sta lì buono a sgagnare i suoi giochini mentre noi mangiamo e non c’è bisogno di seggioloni plasticonsi che tengono solo del posto e sono anche brutti da vedere). E insomma, mia mamma ha questa fissa dello stare a tavola tutti insieme e la prende pressoché religiosamente, e ieri sera, dopo la seconda bruschetta con l’aglio e il pomodoro piccante, mentre Guido era lì che sgagnava un sonaglino calmo calmo, e ogni tanto alzava la testa e rideva in faccia a qualcuno, lei, mia mamma, con gli occhi lucidi lucidi ha guardato mio padre e ha esordito con: «Ma Iules (mio padre si chiama Iules), ci pensi che siamo qui a tavola col figlio di Marco?»
E mio padre, rincarando la dose (ché c’erano anche mio nonno e mia sorella seduti lì), ha aggiunto: «Ci sono cinque generazioni di Manicardi!»

In quel momento avrei potuto tranquillamente farmi intestare la casa.


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