Così va la Vita (l’Universo, l’Amore e tutto quanto)

Un ricordo che mi è esploso stamattina nel cervello risale al 2005, stavo con Grushenka da nemmeno un mese, sul finire di una notte d’aprile, ero solo in casa. Era successo che dopo tre o quattro giorni infuocati dal primo bacio, tre o quattro giorni accesi sulla coda di una cometa che passa vicino al sole, lei era dovuta partire, era andata a Parigi dove abitavano degli zii, doveva stare via un bel po’, quasi un mese, era stato come separare due elettromagneti potentissimi, ma era un viaggio organizzato da tempo, da molto prima del primo bacio, doveva andarci, e ci è andata. 

Era un periodo di tariffe telefoniche ancora proibitive, almeno per noi che eravamo poco più che ventenni senza quasi un lavoro vero; l’unico internet che ci teneva in contatto era formato da due caselle di posta elettronica dell’era pre-gmail, tipo libero e yahoo, se non ricordo male, e dai messaggi privati di un forum pubblico sul sito di una radio locale. Ci scrivevamo continuamente, stavamo ore ad aggiornare le pagine della posta e del forum per leggere i messaggi e rispondere. L’ultimo che ne inviava uno doveva aspettare tutto il giorno per leggere la risposta dell’altro.
E insomma, sul finire di quella notte d’aprile del 2005 ero lì davanti al computer, ero tornato da chissà dove, avevo anche bevuto qualche bicchiere di troppo e non so cosa mi fosse preso, ma ho cominciato a scrivere una mail lunghissima, piena di termini scientifici, dove le spiegavo che tutto sommato non eravamo poi così lontani, che la distanza tra A e B, considerata dal punto di vista spazio-temporale, tra il punto A dov’era lei (Parigi) e il punto B dov’ero io (Novi di Modena), potevamo anche considerarla molto piccola, addirittura nulla. Avevo aperto Paint e avevo fatto un disegnino copiato da una pagina ingiallita di un libro preso al volo dallo scaffale della camera, l’avevo incollato nella mail, l’avevo spedita ed ero andato a letto a smaltire la giornata.
Ho dovuto aspettare fino alla sera dopo per una risposta.
Diceva che nessuno le aveva mai scritto una cosa così romantica.

Mi ricordo che quella mail, lei, là, a Parigi, l’aveva stampata e messa da qualche parte. Adesso, non lo so dove sia finita, forse inghiottita da un buco nero, come succede per tante cose, specie nei traslochi. Magari stasera torniamo a cercarla, anche se forse fa lo stesso, abbiamo altre cose da fare, da pensare, un bambino da addormentare, e tanto, comunque, siamo ancora qui, dopo tanto spazio e tanto tempo, A e B, a una distanza molto piccola, addirittura nulla.
Così va la vita.

dal capitolo “Hawking scopre le carte” di un libro intitolato “La fisica di Star Trek” (Lawrence M. Krauss, Longanesi, 1997, prefazione di Stephen Hawking)


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