Cantare è bellissimo (anche bere, tutto sommato)

In un vecchio articolo di non mi ricordo che giornale, Brian Eno diceva una cosa secondo me giustissima. Brian Eno, per chi non lo sapesse, è uno che ha suonato con i Roxy Music, che ha prodotto i dischi migliori di gente come David Bowie, U2, Talking Heads e chi più ne ha più ne metta. Non è il primo coglione su questa terra, insomma, quando si parla di musica. E proprio di quello parlava il buon Eno. Anzi, di CANTO. Dell’importanza del canto.
Non era una colta digressione sulla qualità del canto di chicchessia, non era nemmeno un saggio sul canto di non so quale popolazione che veniva ripreso da chissà quale artista. Il succo dell’articolo era che cantare fa sentire meglio. Eno diceva che con i suoi vicini di casa aveva fatto un gruppo di canto. Si trovavano ogni (mettete voi il giorno) in casa di qualcuno. Ognuno portava qualche vettovaglia e poi, tutti insieme, cantavano. Il patto era che si sarebbe cantato a cappella, senza l’ausilio di nessuno strumento. E soprattutto che non si sarebbe registrato nulla. Ciò che veniva cantato rimaneva in quel momento in quella stanza e poi l’aria che le corde vocali dei presenti avevano fatto vibrare si sarebbe mescolata al resto dell’universo disperdendosi. Non c’erano secondi fini, si cantava e basta. Non importava nemmeno essere particolarmente intonati. Diceva che la cosa era profondamente divertente e che tutti, dopo la sessione, si sentivano molto meglio.
Ci credo. Cantare è bellissimo.

(il mio amico cantautore Giancarlo Frigieri, sul suo sito)

Quell’articolo di Eno era su un numero di novembre o dicembre di Internazionale del (credo) 2009. Visto che si avvicinava capodanno, e che dovevamo festeggiarlo con degli amici in una casa dispersa nella campagna del mio natìo borgo selvaggio, mi ricordo che avevamo deciso di prendere Eno in parola e, sotto l’abile direzione della mia signora, di cantare tutti insieme delle canzoni natalizie.
Ignorando una delle regole di Eno, mentre eravamo lì a sgolarci, qualcuno ha acceso un registratorino. Era la notte di capodanno del (credo) 2009, e questo è il risultato:

  1. Do They Know It’s Christmas (la mia parte è quella di Simon Le Bon)
  2. We Are The World (dove faccio Kenny Rogers)

(Avevamo in cantiere anche Heal The World, solo che, visto che siamo gente che beve, ci siamo scordati di schiacciare Rec.)


Questa voce è stata pubblicata in a voce alta e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.