22 aprile: Nottambula

E il 22 aprile, cioè lunedì, dalle 20:30 molto precise in Piazzale Re Astolfo, succede una cosa bellissima in giro per le vie del centro di Carpi: si chiama Nottambula, succede tutti gli anni, e questa è la sesta edizione. Ci sarà il Coro dei Violenti Piovaschi, che organizza il tutto con infinita cura e sospensione (*), una Banda di Quartiere, un corteo festante, delle letture, delle poesie, un concerto, e ci sarò anche io a declamare delle cose a voce altissima accompagnato da Daniele Rossi con l’organetto e Enrico Pasini con la tromba.

Qui c’è il programma completo:

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Service Unavailable (da nove anni)

Con un giorno di ritardo, perché sto invecchiando e le cose della vita sono complicate e ho anche i muratori che smartellano tutto il giorno fuori dalla finestra, pubblico una cosa che pubblico tutti gli anni e quest’anno, incosciente come sono diventato, l’ho letta tutta a voce alta. Si ascolta qui (e si legge sotto):

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Lagerkvist

E in un libro che si chiama Barabba, del 1951, Pär Fabian Lagerkvist dice che:

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Così va la vita (con un sottofondo in Re minore)

E qualche anno fa, un bel po’, in verità, ero in macchina che andavo a lavorare e ascoltavo la radio, ed era cominciato il Preludio n. 24 in Re minore, dai Preludi Op. 28 di Chopin, e il pianoforte che si sentiva era suonato da Maurizio Pollini.

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Catalano

E in una poesia intitolata il mare visto da un poeta, dentro a un libro che si chiama Motosega, del 2007, poi ristampato nel 2014, Guido Catalano, poeta vivente, dice che 

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Il nome del padre

C’è una cosa che avevo scritto su Barabba, ormai quattordici anni fa. Magari cambio qualche virgola o una frase o un tempo verbale, perché sono fatto così, ma tutti gli anni la ripubblico il 19 di marzo, quando mi ricordo, per la festa del papà. Quest’anno, come sto facendo da un po’, l’ho letta a voce alta e, se vuoi, tu, chiunque tu sia, che passi di qui per caso o per forza, la puoi ascoltare:

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Tolstaja

E di solito l’8 marzo posto sempre una cosa che Sòf’ja Andrèevna Bers, detta Sonja, diventata poi Sof’ja Tolstaja, moglie di Lev Nikolàevič Tolstoj, scriveva l’8 marzo del 1898 su una pagina del diario. Quest’anno, invece di ripostarla, ho chiesto a Grushenka se aveva voglia di leggerla a voce alta e lei l’ha letta. Si ascolta qui:

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Una rosa è una rosa è una rosa?

Grushenka, che ci amiamo tanto, davvero, mi dice sempre che «San Valentino è quel giorno dove so che tu parli di un’altra.» E quindi, anche se tutti gli anni questa storia la ripubblico, magari modificata di un pochino, una parola, un tempo verbale, un segno di punteggiatura, quest’anno l’ho registrata e si ascolta cliccando qui sotto. Buon San Valentino anche a voi.

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Così va la vita (assolutamente no)

Questo pezzo l’avevo scritto dieci anni fa su Barabba, adesso che son passati dieci anni lo rimetto qui sotto ricicciandolo un pochino e leggendolo a voce alta perché quest’anno va un po’ così:

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Svegliandosi una mattina da sogni agitati

Marco Manicardi si trovò trasformato, nel suo letto, in un vecchio quarantacinquenne.